lunedì 27 febbraio 2012

Q di Luther Blissett


Accade di rado di trovare un libro che sappia emozionare come Q.
Q è un libro particolare e basta fare qualche ricerca per venire a conoscenza degli svariati livelli di lettura dell'opera: c'è chi lo classifica come un romanzo storico, chi sottolinea le metafore e le analogie con i nostri tempi (e a ragione visto che i temi di Q sono estremamente attuali) e chi lo apprezza come romanzo di avventura.
Leggendolo ci ho pensato parecchio e sono arrivato alla conclusione che tutti hanno ragione, ed è impossibile classificare Q in una categoria, è troppo complesso e profondo per fargli questo torto.
Di sicuro Q è un piccolo gioiello per chi ama la storia.
La grande abilità di Luther Blissett (pseudonimo ormai abbandonato dal gruppo di scrittori che ora si fa chiamare Wu Ming) è quella di mostrarci un quadro storico ben preciso, che copre un ampio lasso di tempo (trenta anni), raccontandoci i fatti che sono accaduti all'epoca e ricamandoci la vita (inventata ma reale più che mai) del protagonista dai molti nomi che ha vissuto in prima persona alcuni degli episodi più importanti del 1500 e che volente o nolente è stato uno degli ingranaggi fondamentali perchè questi eventi si verificassero.
Il meccanismo dietro a Q è gestito alla perfezione, ogni ingranaggio si muove perfettamente e perfino il più piccolo e insignificante tassello del mosaico si rivela invece utile e importante per comprendere il disegno complessivo.
Q è anche un libro per chi ama viaggiare e pensa che nelle città siano racchiuse anime antiche.
Viaggiando per l'Europa passeremo per le atmosfere antiche, solenni e cupe delle città Tedesche, luoghi di massacri e speranze infrante, ma vivremo anche  le atmosfere sognanti, sospese nel tempo, incantevoli e contraddittorie che avvolgono Venezia città in cui si svolge la terza e ultima parte del libro quella che a mio avviso è più bella e significativa e che dà un senso alle numerose sofferenze di Lot.
Le città sono vive più che mai e i loro cuori battono all'unisono con il cuore del protagonista e con quelli dei cittadini soffrendo la follia umana di cui sono silenziose testimoni e portando le cicatrici della guerra in prima persona.
Quel che però mi ha emozionato e mi ha fatto amare Q non è stata tanto la trama avvincente ma la storia della vita del protagonista dai molti nomi.
Raramente la storia di una vita è stata raccontata così bene e in modo così sentito e trasportato.
I sogni, gli ideali, le delusioni, le speranze e la ritrovata voglia di vivere di Don Ludovico (l'incarnazione del protagonista che ho preferito) vengono trasferiti dalle pagine al cuore dei lettori e ci ritroveremo a vivere in prima persone la vita avventurosa del protagonista.
Gioiremo per i trionfi, piangeremo per le sconfitte e per le delusioni, che come coltellate al cuore hanno colpito il protagonista, non ci rimarrà altro da fare che provare a rimettere insieme i pezzi di un'anima infranta e ridare un senso a tutto insieme a Gert.
Q è un libro che insegna prima di tutto a vivere, a lottare e credere negli ideali nonostante spesso le cause possano essere tradite proprio dall'interno, e ad essere felici del dono che ci è stato concesso perchè, anche quando tutto sempre perduto e ci sentiamo sconfitti, potremo sempre solcare i mari alla ricerca di una nuova vita, una nuova speranza e un nuovo nome e continuare a sognare insieme a Ismael.

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