domenica 11 marzo 2012

ALTAI di Wu Ming


Riprendere le vicende di un libro dal grande successo come Q è qualcosa che richiede coraggio perchè il rischio è che anche scrivendo un bel libro magari possa sembrare meno bello e appassionante di quello che è a causa delle aspettative createsi e che rischiano di rimanere deluse.
Lo dico subito: Altai è un bellissimo libro.
E' un libro capace di appassionare il lettore, con una storia solida, sempre frutto dell'abilità del collettivo di inserire un protagonista immaginario in un contesto reale e avvincente, che come Q parla di metamorfosi individuale e di sogni infranti ma che, una volta finita la storia, lascia sensazioni completamente diverse da quelle provate alla fine di Q.
Sebbene entrambi i protagonisti alla fine dei libri escano sconfitti dalle loro battaglie, Q regala una visione di libertà e di serenità che invece in Altai non è presente.
La sconfitta in Altai è totale e irrecuperabile e si allarga su tutti i fronti.
Non c'è, nonostante tutto, un lieto fine.
Il sogno di una terra libera e che possa essere rifugio per tutti i reietti viene spazzato via dalla crudeltà dei turchi e dai cannoni dei veneziani.
Il percorso di riscatto del protagonista Manuel Cardoso finisce in un trionfo amaro: nonostante abbia ritrovato se stesso infatti sacrificherà l'amore della sua vita ad un ideale che verrà tradito dallo stesso Giuseppe Nasi.
Proprio Giuseppe Nasi è stato il personaggio il cui comportamento mi ha deluso di più nel libro.
Nonostante molti siano morti affinchè il suo sogno si realizzasse, alla fine mancherà della dignità e del coraggio di Manuel davanti alla sconfitta e lui stesso tradirà tutti coloro che lo hanno seguito.
Insomma Altai è un grande libro che emoziona e regala spunti di riflessione ma che, a differenza di Q, lascia una sensazione di amaro in bocca.

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